T come tenacia (12.09) - La goccia d'acqua che scava la pietra. Il salmone che, per riprodursi, risale le rapide e le cascate spiccando balzi di oltre tre metri. Nell’oroscopo cinese il "drago" simboleggia la sfida al destino e la capacità di raggiungere traguardi difficili partendo da zero. Il corvo assetato della favola di Esopo vola avanti e indietro per riempire di ciottoli un’anfora e riuscire a bere l’acqua ivi contenuta. Per il popolo dei Pellerossa è con la sua tenacia che il castoro insegna come realizzare le opere più difficili. Nelle Filippine il bubalus mindorensis (o tamarro) della isola di Mindoro è assunto ad emblema della tenacia che caratterizza gli abitanti. La tenacia è qualità indispensabile non solo per superare le difficoltà quotidiane e gli immancabili problemi, ma anche per diventare "creativi". Demostene, il grande oratore ateniese, per correggere i suoi marcati difetti di pronuncia, si esercitò a lungo a parlare tenendo dei sassolini in bocca. Dante, il sommo poeta, aveva già nel suo nome (accorciativo di Durante) l’impronta durans di una proverbiale perseveranza. Edison avrebbe provato circa duemila sostanze prima di trovare il filo di carbonio del suo bulbo elettrico. Era il primo a ripetersi: “Se c’è un modo di fare meglio, trovalo”. Giulio Verne, l'indiscusso pioniere della fantascienza, solo dopo quattordici mortificanti tentativi falliti trovò l’apprezzamento dell'editore Hetzel. Perfino nel regolamento della McDonald’s si può leggere che: “Niente al mondo può sostituire la tenacia. Non il talento o il genio, non la sola educazione”. Quanto questa qualità possa incidere nel progredire della conoscenza è testimoniato dal dibattito filosofico tra T.Kuhn (principio della tenacia) e K.Popper, l'assertore della “teoria falsificata” (relativismo scientifico). Kuhn sostiene che è dovere del ricercatore difendere e portare avanti le proprie idee anche quando ci siano delle evidenze contrarie. Nulla esclude che alla fine sia avvalorata la sua verità. Da qui l’invito a guardarsi dalle mezze verità, perché potrebbero essere la metà sbagliata. Samuel Beckett (Nobel della letteratura) mal sopportava le cose lasciate a metà. Così ripeteva: “Avete tentato e avete fallito. Non importa. Tentate ancora. Fallite ancora. Fallite meglio”. Infine, ma non ultime, sono da ricordare le parole di S.Francesco che invitava a cominciare col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, per concludere con: “All’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Magari l’impossibile resterà impossibile, ma con la tenacia si può ottenere anche ciò che può apparire irraggiungibile o impensabile. Grandi o piccole che siano, in tutte le cose, ogni giorno, oltre alla volontà serve la T come tenacia.