Generazione senza bussola (02.09) - La caduta del muro di Berlino (1989) chiude in Occidente il ciclo ideologico del 19° secolo. Nel decennio che segue la scienza e la tecnica segnano alcune tappe davvero decisive. Inizia infatti quel Progetto Genoma in grado di rispondere a tanti enigmi medico-clinici. Nasce la pecora Dolly e sono scoperte le cellule staminali (da embrione umano). C'è l'annuncio del primo caso di clonazione umana. In Europa c'è il lancio del sistema GSM (telefonia mobile digitale) e dello SMS (short message service). E’ del 1992 il primo sito della "grande ragnatela mondiale" (world wide web). Viene quotato in Borsa il gruppo Mediaset, ormai diventato leader nazionale della tv commerciale. Questi gli eventi simbolo della rivoluzione spazio-temporale in atto. Scosse dall'onnipotenza del sapere stanno vacillando le “frontiere” sociali e culturali finora conosciute. L’ago della bussola ora oscilla tra relativismo, individualismo, edonismo … Tutto appare più vicino, più a portata di mano. Dov’è finita la “disciplina di vita” delle generazioni passate? Quali sono i valori nuovi con cui orientare la prima generazione del terzo millennio? |
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Audience e "replicanti" (02.09) - L'Auditel è da diversi anni l'oracolo indiscusso della programmazione televisiva. Impugnando il cosiddetto “meter” più di 5.000 famiglie (un campione scelto per il mercato degli spot pubblicitari) danno l’audience e lo share, segnando così la sopravvivenza di tutto quanto va in onda. Dallo spettacolo di intrattenimento alle rubriche di informazione, scienza e cultura. Un campione con forti caratteri di “stabilità” nel tempo e fatto di famiglie che contano sia bambini di 4 anni, sia nonni ultra-ottuagenari. Un responso che presuppone degli spettatori sempre vigili e puntuali nel registrare ogni atto compiuto durante le diverse ore passate al televisore, ogni giorno. Del tutto prevedibile è la tendenza a “replicare” nel tempo propri gusti e preferenze. Di fronte al “lancio” di nuovi programmi è precisa discriminante la partecipazione di “personaggi” noti e già collaudati. Ogni trasmissione che si dichiari aperta ad una partecipazione attiva del pubblico ha il “televoto”. E’ noto che più aumenta la frequenza delle richieste di “televoto” e più si restringe la base dei votanti. Sono sufficienti poche migliaia di telefonate (sapientemente replicate) per decidere l’esito di una classifica, anche a livello nazionale. Molto si può fare. Di certo lo scenario cambierebbe sostanzialmente ove si stabilisse, preliminarmente, il raggiungimento di una adeguata base minima di voti espressi. |
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Ritorno alla meta (03.09) - La vita è come una strada, senza cartelli indicatori, che può portare lontano. Una strada da percorrere a tappe, dove un tratto completato è un traguardo raggiunto. Lì si pianta un “paletto”. Bisogna andare avanti! Davanti la strada si divide. Cosa fare? Si sceglie uno dei percorsi o per accettare nuove sfide o per seguire le inclinazioni. Si sceglie per coerenza, per istinto oppure perché ci sentiamo obbligati. A volte il cammino viene interrotto da ostacoli insuperabili. A volte punta verso luoghi inaccessibili. Abbandonare la strada intrapresa, uscendo dal ciglio, è solo un modo di perdersi. Corretto è tornare all’ultimo “paletto” piantato e poi imboccare un tratto diverso, senza cambiare direzione. Esistono sempre più tracciati che vanno nella stessa direzione e conducono al traguardo successivo. Così corre la vita dell'essere umano. Le stesse regole danno stabilità e vigore alle sue creazioni. Dall'arte alla scienza, dalla politica alla economia ... |
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Gli "untori" della parola (04.09) - Il comune bisogno di superare fatti ed eventi tanto più nefasti quanto più incontrollabili, la difficoltà di comprendere il rigore scientifico ed il mito sempre affascinante dell’eroe solitario sono gli ingredienti e la "linfa vitale" per una informazione orientata al sensazionalismo. Parliamo di cancro. Dal 1967 e per diversi anni molta stampa si occupò delle “gocce” miracolose (colchicina) del dott.Vieri. Era il 1972 quando salì alla ribalta della cronaca il “siero” (caprino) del veterinario Bonifacio. Per una mancata distribuzione ad Agropoli venne bloccata la linea ferroviaria. Passa quasi un decennio prima che il Consiglio Superiore della Sanità dichiari l’inefficacia del cosiddetto “metodo Di Bella” (1997) fatto oggetto, a più riprese, di molta aspettativa da gran parte dei mass-media. Viceversa, quanti dei quotidiani mezzi di informazione ci stanno ricordando gli ultimi traguardi della ricerca scientifica (omomyc, p63, p53)? E veniamo al terremoto della Aquila. Subito i riflettori si sono accesi sul tecnico Giuliani e sul suo presunto “precursore sismico”. E’ invece passata sotto silenzio (?) la sua intervista (video), di pochi giorni prima, ad un quotidiano locale. Si concludeva così: “Lo sciame sismico andrà scemando con la fine di marzo.. dovrebbe scomparire e restare solo un ricordo”. Per ora possiamo soltanto augurarci che sistemi di rilevazione nuovi e più evoluti consentano (come la TAC e la RMN per il corpo umano) un'analisi “profonda” della tettonica e quindi l'impiego di attendibili modelli precognitivi. Vivere in edifici "affidabili" sotto il profilo anti-sismico ed esercitarsi in prove di evacuazione dei grossi nuclei abitativi. Sono degli obiettivi più facilmente conseguibili e, volendolo, sono temi meritevoli di più convincenti campagne mediatiche di sensibilizzazione. |
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Travolti dalle informazioni (04.09) - L’informazione è sempre mediata. Ogni giorno siamo il bersaglio di nugoli di informazioni. Manca il tempo per "focalizzare" dei contenuti tanto diversi. Allora attiviamo delle “scorciatoie di pensiero” (euristiche), ma rischiamo di arrivare a conclusioni parziali o distorte. Quando ai numeri si contrappongono altri numeri ed ai concetti altri concetti è frequente il ricorso a giudizi “ancorati” alla versione rilasciata dai soggetti già conosciuti e apprezzati. Le notizie vengono confezionate con una “carica emotiva” destinata a impattare sulla nostra sfera psichica. La comunicazione per immagini esalta tale “carica emotiva”. Informazioni allarmanti e dolorose possono scatenare reazioni spropositate o fenomeni di rigetto e di negazione. Ripetute più volte arrivano a generare “assuefazione”. Specchiarsi in disagi e difficoltà altrui agevola la “rassegnazione”. Viceversa rappresentazioni ed affermazioni positive suscitano emozioni e reazioni positive. Ripetute più volte possono fare di una “suggestione” la realtà reale, in cui credere. Una realtà “virtuale” che intercetti bisogni e aspettative individuali e che proponga degli scenari appaganti, può trasformarsi in modello di riferimento e perfino in una matrice di vita (dipendenza). E' risaputo che la spinta immaginifica prevale di gran lunga sulla volontà vincolata al raziocinio. Per non essere travolti c'è solo un modo. Passare al setaccio le informazioni e separare il contenuto (notizia) dalla rappresentazione (messaggio). Non è sempre facile, ma ce lo dobbiamo in nome di una reale libertà di scelta. |
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Tutta colpa di "Carosello" (05.09) - Nella memoria degli over 30 risuona ancora il fatidico ... a letto dopo Carosello. Per vent’anni milioni di famiglie hanno condiviso questo appuntamento serale. Molte situazioni sono intanto cambiate. Calimero, perché piccolo e nero, oggi rischia di non essere soltanto sporco. Il candido pitupitum ..paaah! della timida Susanna suona come perfetta antitesi dello stile di un’aspirante stellina. L’infallibile ispettore Rock ora non potrebbe più far mostra del suo "unico errore" (la calvizie). Da Carosello prese avvio il processo mediatico volto ad ancorare un prodotto alla sua "rappresentazione". L’immagine diventava la vera identità del prodotto, ma con un preciso e ferreo limite. Solo nel suo “codino” (durata 35 secondi) il Carosello lasciava spazio alla pubblicità. Gags, sketch e cartoni animati offrivano tutto il piacere di un puro spettacolo. Il 1° gennaio 1977 Carosello cedeva il campo alla nascente tv commerciale. Da quel momento il contagio da “identità virtuale” è dilagante. Slogans, gingles ed effetti speciali oggi veicolano informazioni, idee, progetti e stili di vita. Insieme al Carosello si è persa la sostanziale discriminante tra spettacolo e vita. Ecco allora che basta la parola! per ritrovare l’ottimismo o l’appello gigante, pensaci tu! per realizzare i desideri. Se tutto è ormai spettacolo tanto vale riascoltare il Nerone (1917) di Petrolini: “Quando (il popolo) si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai niente, sei sempre bravo… Basta che li fai divertì ed il popolo è tuo”. |
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Scoprire le capacità primarie (06.09) - La "curiosità" è l’incubatrice di scelte consapevoli. Tutto comincia con il collaudo delle emozioni sensoriali. Affinare uno per uno i nostri organi sensitivi (vista, olfatto, udito, tatto, ecc.) per esaltare ed utilizzare al meglio le potenzialità di percezione, di indagine e di analisi della realtà è un esercizio essenziale ai fini della conoscenza. La padronanza delle capacità sensoriali incide sulla "prevalenza" delle cosiddette emozioni primarie. Gioia, sorpresa, attesa o approvazione, piuttosto che tristezza, rabbia, paura o disgusto sono differenti tipi di emozioni innescate dal "grado" di percezione e di analisi acquisito mediante gli organi sensitivi. E' così che lo stesso oggetto o la stessa situazione sono percepiti e vissuti in modo diverso, da soggetti diversi, in quanto differente è la capacità, sviluppata da ciascuno, di identificarne i caratteri costitutivi e di reagire agli stimoli indotti. Il nostro comportamento nasce in risposta a sensazioni. Sensazioni che innescano pulsioni ed emozioni. Prendere coscienza degli stimoli percepiti e controllare la "reazione emotiva" condiziona la nostra memoria cognitiva. Una certa esperienza, una volta vissuta, lascia nella nostra psiche una sorta di impronta affettiva (non necessariamente conscia) che continuerà ad "influenzare" la nostra percezione. Ne consegue la naturale tendenza a valutare un oggetto od una situazione sempre alla stessa maniera. Da piccoli raccogliamo più ricordi perché tutto appare nuovo, mentre con gli anni si tende a memorizzare meno i particolari e ad adottare processi di "rassomiglianza" (reale o solo simbolica) con le esperienze già vissute. Conservare nel tempo la "piena capacità" di elaborare le informazioni sensoriali raccolte significa esercitare con lucida attenzione il monitoraggio della realtà. Controllare la risposta emotiva agli stimoli indotti è la migliore funzione motivazionale di razionali processi cognitivi. E’ un esercizio meno semplice di quanto possa apparire, ma proprio questi sono i presupposti essenziali della "curiosità" di indagare, di conoscere e di capire. Quella curiosità che trae alimento e vigore solo dal contagio positivo di affinate capacità sensoriali e di reazioni emotive ben calibrate. La stessa curiosità che precorre tutto ciò che è nuovo e come tale è risorsa vincente per la attività umana. |
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Alchimie sotto pelle (08.09) - La rivoluzione sessuale degli anni ’70 ha tolto "le briglie" alle pulsioni ormonali permettendo così all’istinto ed alla "libido" di prevalere su razionalità, controllo e volontà. Ha patrocinato poi l’intercambiabilità dei ruoli favoleggiando sulla prospettata “identità” maschio-femmina. Passati 30 anni il rapporto di coppia è tuttora problema irrisolto. Si è dimostrato illusorio travalicare la biochimica del differente “cocktail ormonale” che la pubertà scatena nei due sessi. Proprio nella stagione adolescenziale i continui e vistosi cambiamenti, sia somatici che fisiologici, inducono alla ricerca di un rassicurante ancoraggio ai rispettivi modelli adulti. L’auto-erotismo, nella sua ambivalente connotazione, agevola lo approdo verso due “profili” psicologici non sovrapponibili. Appare per di più sterile ipocrisia il negare che “dominio” e “resa” siano forze ancestrali pronte a riemergere nella tensone amorosa. “Coniugare” sessualità così distinte significa riconoscere caratteri e modalità peculiari in grado di evolvere verso una nuova sintesi condivisa. Accade così che lo auto-erotismo non resta più la “mappatura segreta” di personali zone erogene, ma può diventare una "occasione" di incontro, di confronto e di scoperta di forme e di modi succedanei di vivere la sensualità. Una ricerca interiore che si arricchisce solo attraverso una percezione consapevole dell’altro finalizzata ad acquisire una reale capacità di scambio dei ruoli. Percepire come momento erotico la curva di sensibilità del partner evolve l’istintivo impulso di “dominio” sullo altro nella più compiuta sensazione di “prendersi” la sua sensualità. Nello stesso contesto una remissiva posizione di “resa” cede ben presto il campo ad una più gratificante scelta di “darsi” all’altro come parte integrante del comune amplesso. Questo gioco di “prendersi” e “darsi”, da concretizzare in uno scambio alternato dei ruoli, costituisce la base reale ed ineludibile per ogni ulteriore ricerca di nuove espressioni di sensualità da condividere. Alchimie sotto pelle è l'altro modo di conoscere e conoscersi. |
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Interrogare le stelle (08.09) - Rapportate all’universo le unità di misura di spazio e tempo assumono dimensioni tanto incommensurabili da rendere di fatto aleatoria la possibilità di “incontrare” specie aliene intelligenti. A fine anni ’50 i ricercatori Urey e Miller dimostrarono che le molecole degli amminoacidi sono riproducibili in laboratorio. Subito dopo lo scienziato F.Drake arrivò a formulare un’equazione finalizzata a "quantificare" l’esistenza di intelligenze aliene nella nostra galassia. E' da allora che la scienza ufficiale si sta impegnando con ingenti risorse, insieme con le migliori tecnologie, per "sondare" lo spazio profondo. Il progetto SETI può disporre, a livello mondiale, di una "rete" di radiotelescopi (Arecibo) e di computer collegati per monitorare la banda delle microonde, alla continua ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri. Entro l’anno 2011 l’Ente Spaziale Europeo lancerà la sonda KEO (con struttura DNA umano, tracce di acqua, di terra e di aria) che è destinata a viaggiare per 500 secoli prima di ritornare sulla terra. Questi sono solo alcuni esempi concreti della nostra manifesta volontà di stabilire dei "contatti". Eppure, da svariati decenni, la presunta presenza di alieni sul nostro pianeta viene da tanti asserita ricorrendo a molteplici indizi (piramidi, linee Nazca, incidente di Roswell, Crop circles, ecc.) e testimoniata con tanto di documentazione fotografica e con il vissuto di rapimenti subiti (abduction). Immaginiamo, per una volta, di essere noi i viaggiatori intergalattici diretti verso il pianeta terra. Sicuramente siamo a conoscenza del nostro grado di compatibilità con l’habitat terrestre ed i suoi abitanti. Avendo superato enormi distanze disponiamo di tecnologie altamente evolute. Siamo pertanto in grado di “monitorare” l’intero pianeta pur stazionando ai limiti del sistema solare ed anche di acquisire ogni tipo di materiale genetico senza dover ricorrere alla cattura ed al sequestro dei donatori. Siamo altresì in grado di oscurare qualsiasi mezzo utilizzato per rilevare la nostra presenza o di frequentare la gente perfettamente mimetizzati. E’ una missione esplorativa, di pura osservazione? Non abbiamo allora alcun motivo di lasciare "tracce" del nostro passaggio. Intendiamo raccogliere i segnali di contatto-incontro provenienti dalla terra? Dobbiamo soltanto decidere se e quando rendere palese il nostro arrivo. Non ha comunque alcun senso relegarsi per decenni all’interno di basi segrete o costituire "sette di prescelti". Qui può finire questo scambio di ruolo. Torniamo con i piedi per terra ad ammirare il cielo e ... interrogare le stelle. |
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