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Autodeterminazione e "collettività" (02.09) - Prerogativa di ogni essere umano è la sua "capacità di decidere" quale presupposto della sua "libertà di scegliere". Scelta è assumere la piena responsabilità delle proprie azioni e degli effetti prodotti. Scelta è riconoscere la propria appartenenza ad una certa società civile. Autodeterminazione è quella libertà di scelta riconosciuta al singolo individuo (diritto) dalla sua società civile di appartenenza sulla base di valori, di principi e regole validi per l’intera “collettività”. L’autodeterminazione non può travalicare le ragioni e gli interessi generali della “collettività”, così come la “collettività” non può ricavare alcun vantaggio dal coartare e/o surrogare il “portato” di una libertà di scelta individuale. E’ un equilibrio che si rinnova e si rigenera con il continuo evolversi della realtà sociale di riferimento.

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Medicina e dignità umana (02.09) - I soggetti in "Stato Vegetativo Persistente" (SVP) hanno perso quelle facoltà-capacità motorie e sensitive che consentono di interagire con l’ambiente circostante. Le specifiche terapie (da protocolli sanitari) sono già oggi del tutto in grado di sopperire alle necessità dell’organismo e di preservarne l’integrità fisica in una condizione di "vitalità artificiale" (sostenuta) che può durare settimane o mesi o perfino anni. Alla possibile evoluzione positiva del quadro clinico è collegato il recupero spontaneo di attività cerebrali “latenti”. Manca del tutto la possibilità di scelta consapevole tra una “persistenza” dello SVP accettabile (per alcuni) o non accettata (da altri). L’aspettativa di un possibile recupero spontaneo (valore etico-sociale) non può procrastinare, a tempo indeterminato, la "consapevolezza" del rispetto dovuto all’unitarietà (inscindibilità) della persona umana. E’ comunque possibile individuare una sorta di “finestra temporale” che sia sufficiente per l'acquisizione di una prognosi affidabile/attendibile e che risulti altresì congruente con una legittima aspettativa di un possibile recupero. Una “soglia” tra l'interesse collettivo e la libertà di scelta individuale.

Omosessualità e discriminazione (03.09) - Esistono studi orientati a convalidare una “predisposizione innata” all’omosessualità maschile, ma soltanto per un numero molto contenuto di appartenenti alle varie popolazioni. E’ tuttora in corso il dibattito tra chi afferma l’inesistenza di approcci (psicoterapeutici) rigorosi ed efficaci e chi invece rivendica la libertà di aderire a terapie per la “conversione” del proprio orientamento sessuale. Su un tema così “aperto” si è innestata la domanda di riconoscimento pubblico di presunti “diritti di coppia”. Modificando alcune disposizioni vigenti si potrebbe facilmente configurare un regime di adeguata tutela-assistenza reciproca per i casi di comprovata e stabile convivenza tra soggetti dello stesso sesso. Non emergono altresì convincenti ragioni di diritto per surrogare l’interesse collettivo di riconoscere nella famiglia la “società naturale” fondata sul matrimonio. Non serve arrivare a destrutturare l'attuale modello familiare. Non omologare fenomeni sociali, di fatto marginali e variamente articolati, non significa necessariamente “discriminare” i diritti individuali. 

Compatibilità Ecologica Globale (CEG) (03.09) - La crescita demografica sottrae della superficie ai terreni coltivabili. L’agricoltura impiega il 70% dell’acqua dolce disponibile sul pianeta. Dal petrolio si ricava energia prodotta (utile) ben 8 volte superiore all'intera energia consumata (spesa) per poterne disporre. Negli attuali carburanti alternativi biologici, ricavati dalle colture oleaginose quali soia e mais, lo stesso rapporto (EROI) diventa di 1 ad 1. Per ottenere solo 100 litri di “bioetanolo” si usano 266kg di mais (dieta annuale di 2500 Kcal/giorno). Scambiare minori emissioni gassose con più colture ogm, più pesticidi e più consumi d’acqua non è logico, né responsabile. C’è un’altra possibilità. Dallo studio della genetica dei batteri (fungo pacifista) e degli insetti (termiti) è prossimo l'impiego di enzimi, superdigestori di cellulosa, in grado di produrre nuovi carburanti ecologici dalle erbacce, da scorie legnose o scarti organici. Non a discapito di risorse alimentari esistenti! Anche il recente sviluppo delle cosiddette plastiche biodegradabili (es. da barbabietola) ripropone la dicotomia, con l'uso alimentare, dei prodotti ad alto costo energetico. La soluzione? Un ceppo batterico nuovo e capace di demolire i polimeri plastici. Valutare e rispettare la "Compatibilità Ecologica Globale" vuol dire scongiurare la malaugurata “competizione tra 800 milioni di automobilisti che vogliono mantenere la loro mobilità ed i 2 miliardi di poveri che, più semplicement,e vogliono e cercano di sopravvivere”.